Disturbi alimentari…per Lei

Per Lei a cui…

La gente dice che la ragazza anoressica è solo una persona capricciosa e viziata. Vuole fare la modella o la velina. E’ questo il motivo per cui non mangia.

La gente dice che la ragazza bulimica mangia tanto e vomita. Ha solo paura di ingrassare.

La gente dice che la persona obesa è sempre felice ed allegra. Mette allegria anche agli altri. Gli piace mangiare e non pensa alle conseguenze.

Quanto fanno arrabbiare queste frasi? Sono solo alcuni dei luoghi comuni sulle persone con disturbi alimentari. Ridurre una sofferenza così profonda ad un semplice capriccio o ad un banale piacere della cucina è la cosa che fa soffrire maggiormente.

Quante volte si vorrebbe rispondere a queste persone che non è vero, che quello che dicono fa arrabbiare ancora di più e peggiora soltanto la situazione, ma non si ha la forza di reagire e si finisce col credere che forse hanno ragione loro. Si arriva a pensare di essere stupidi e che è tutta colpa propria se ci si trova in questa situazione. Ad un certo punto si vorrebbe chiedere aiuto, ma spesso la vergogna prende il sopravvento, in famiglia e con gli amici non si viene capiti e di conseguenza si rimane soli con il proprio dolore. Si vorrebbe urlare QUALCUNO MI VEDA, MI GUARDI E MI AMI! CHE ALTRO DEVO FARE PER ESSERE VISTA?

E’ proprio in questi casi che a volte un sostegno esterno dalla famiglia, dagli amici, dalla scuola può essere utile. A volte il “semplice” ascolto della sofferenza rende più liberi e lentamente si comincia a lavorare per cercare insieme, e NON DA SOLI come sempre, di capire come fare per essere aiutati a migliorare la qualità della propria vita. Non c’è una ricetta né una bacchetta magica che risolva la situazione immediatamente. Si tratta di un percorso lento e graduale, che a volte fa soffrire, ma solo passando per il dolore si può lentamente risolverlo. Avere uno spazio individuale in cui poter parlare senza essere giudicati o criticati è molto importante in una situazione in cui sembra che nessuno possa capire e in cui ci si sente soli.