Nel corso della vita, una persona si può trovare a dover affrontare due tipologie di eventi: i cosiddetti eventi “normativi” e quelli “paranormativi”. I primi fanno riferimento a tutti quegli eventi che in qualche modo sono prevedibili, fanno parte della vita. Tra questi troviamo nascite, matrimoni, lutto dei nonni, dei genitori anziani etc… Diverso è quando ci si trova di fronte a un evento paranormativo, ossia un evento che non ci si aspetta, coglie all’improvviso e spesso trova impreparati. Il lutto di un figlio, di un genitore in giovane età, un trauma. Tra questi fa parte anche la diagnosi di tumore. Spesso essa coglie alla sprovvista. La tendenza è pensare che certe cose capitino agli altri e mai a se stessi o a persone vicine. La domanda più ricorrente è “Perché proprio a me? Perché adesso?”. La diagnosi di tumore, soprattutto se fatta tardivamente, comporta uno sconvolgimento emotivo e della propria quotidianità, che non coinvolge il solo paziente ma tutte le persone che ruotano attorno a lui. Ci si trova improvvisamente catapultati in un mondo nuovo e sconvolgente fatto di medici, interventi chirurgici, terapie invasive e debilitanti e si fanno i conti in modo prepotente con l’angoscia di morte.
Il senso di smarrimento e impotenza sono molto comuni soprattutto tra i familiari, i quali si trovano ad assistere un proprio caro senza saper bene cosa fare poiché, purtroppo, a volte oltre alla reazione di shock iniziale si aggiungono difficoltà di comunicazione con le strutture sanitarie, il che comporta spesso un’ ulteriore confusione generale.
Allora come si può rispondere a questo turbinio di emozioni? La difficoltà nella maggior parte dei casi è fermarsi, scendere per un attimo da questa giostra impazzita, per poter riflettere e contattare le proprie emozioni, positive e negative che siano. Questo vale sia per i pazienti sia per i familiari. Avere uno spazio privato e/o comune in cui dare un significato a quanto accade è fondamentale per poter migliorare la qualità della vita e dare dignità alla vita stessa del paziente ma anche di chi gli sta attorno. In caso di lutto, inoltre, è fondamentale per i familiari intraprendere un percorso di elaborazione dello stesso. Essi, infatti, si trovano spesso a gestire situazioni difficili in cui gli equilibri familiari sono radicalmente cambiati e in cui spesso si trovano dei minori a cui dover spiegare cosa stia accadendo e soprattutto il significato di ciò che stanno vivendo.
Certe situazioni sono difficili da affrontare, la condivisione aiuta a non sentirsi soli e a dividere il peso del dolore con qualcun altro, senza portarlo esclusivamente sulle proprie spalle. Un sostegno psicologico individuale e/o familiare aiuta a fare questo, a dare un significato a quanto accade, facendo i conti con il proprio e l’altrui dolore.